• Cinque consigli per auto-correggere i propri testi

    Editing • 19.10.2020

    Quando scriviamo dei testi per la nostra attività – indipendentemente dal fatto che si tratti di un articolo per il blog, di un ebook, della nostra newsletter o di un post per i nostri canali social – ci impegniamo per garantire il massimo della qualità sia alla forma sia al contenuto.

    Leggiamo e rileggiamo i nostri testi fino a conoscerli quasi a memoria, poi li pubblichiamo.

    E proprio in quel momento, quasi per magia, ecco che davanti ai nostri occhi compare (o, ancor peggio, ci viene segnalata) quella parola ripetuta un po’ troppe volte, quel termine scritto male, o addirittura quell’errore grammaticale!

    Errore! Anzi, orrore!

    È normale che capiti: siamo esseri umani e questi errori non indicano necessariamente una scarsa conoscenza dall’italiano. Tuttavia è importante ridurli al minimo, o possibilmente azzerarli, così da garantire il raggiungimento dei nostri obiettivi di business.

    La cura del cliente si dimostra anche attraverso i piccoli gesti

    Indipendentemente dal fatto di essere un traduttore, un copywriter o, più in generale, di svolgere un lavoro incentrato sull’uso delle parole, la cura del cliente si dimostra anche attraverso le piccole accortezze. Come ad esempio garantirgli una lettura piacevole e quindi offrirgli un testo senza errori.

    Un testo corretto, tra l’altro, risulta più efficace, perché questi errori – seppur piccoli – distraggono, interrompono la nostra lettura, ci distolgono dal contenuto del testo.

    Vi faccio un esempio.

    Queste frasi sono tratte dalla presentazione del corso online di una famosa content creator e, come potete vedere, è presente un piccolo errore ortografico (ma il testo ne conteneva altri).

    Come dicevamo, è umano fare errori del genere, però quel corso aveva un costo piuttosto elevato, e di fronte a una svista simile penso venga naturale domandarsi:

    Questo corso sarà fatto bene? I suoi testi saranno stati scritti con cura? La sua creatrice gli avrà dedicato la giusta attenzione?”.

    In poche parole: i miei soldi saranno spesi bene? E non è da escludere che ci si possa rispondere “No” e decidere di non procedere con l’acquisto.

    Figuracce

    Al di là della perdita di potenziali clienti, però, bisogna anche considerare che alcuni errori, per quanto banali, possono addirittura intaccare la nostra immagine, come nel caso di questo quotidiano online che ci informa sui programmi televisivi della sera.

    Credo non servano ulteriori commenti.

    Vediamo allora cosa possiamo fare per evitare e correggere questi errori.

    Cinque consigli

    1) Scrivete il testo qualche giorno prima della sua pubblicazione

    Scrivete il vostro testo almeno uno o due giorni prima della sua pubblicazione, affinché possiate avere il tempo di effettuare con tutta calma i vostri controlli e poi, come vedremo più avanti, di lasciarlo “decantare”.

    2) Scrivete il vostro testo su un file Word (o simili)

    Scrivete su un file di testo tipo Word e non, ad esempio, su app online come Google Documents. Infatti, solo usando un programma come Word gli errori vi verranno segnalati subito e in maniera efficace.

    A questo punto, potreste però obiettare:

    Sì, ma io non ho Office!”

    Ok, neanch’io, ma esistono comunque delle valide alternative open source, come Libre Office.

    E anche se Google Documents è utilissimo perché permette di avere sempre a disposizione i testi su tutti i dispositivi, il suo problema principale è che spesso segnala come sbagliate delle espressioni corrette, come in questo caso:

    Qui, infatti, Google Documents ci segnala come errore il verbo “s’innamorino” e ci consiglia di sostituirlo con “s’innamorano”, ovvero di usare l’indicativo al posto del congiuntivo. In poche parole, ci sta invitando a fare un errore grammaticale grave, visto che dovremmo aver imparato l’uso del congiuntivo già da un po’.

    Ma come possiamo effettuare un editing accurato dei nostri testi senza rinunciare agli innegabili vantaggi di Google Documents?

    Possiamo usare Google Documents per scrivere i nostri testi ma poi, prima della loro pubblicazione, trasferirli su un file Word per dedicarci alla loro rilettura, oppure – al contrario – possiamo scrivere i nostri testi in formato Word, rileggerli e correggerli sempre su Word e poi, solo a quel punto, trasferirli su Google Documents per poterli conservare e consultare in qualsiasi momento.

    Passiamo ora al terzo consiglio.

    3) Usate la funzione “Trova” per rilevare gli errori più comuni

    Arrivati a questo punto, Word (o chi per lui) dovrebbe già avervi segnalato gli errori più gravi, che quindi voi avrete già corretto, come quelli ortografici e grammaticali, per cui vi suggerisco di procedere con una ricerca mirata di alcuni errori non gravi ma abbastanza comuni, ovvero:

    • i doppi spazi

    È chiaro che un doppio spazio non sia una tragedia, ma se ce ne fossero più di uno potrebbe crearsi una mancanza di uniformità all’interno della struttura grafica del testo. E anche la struttura del testo è importante ai fini dell’esperienza di lettura.

    • l’abuso degli avverbi che finiscono in “-mente”

    Mi riferisco a quegli avverbi come “sicuramente”, “onestamente”, “velocemente”, ecc.

    Non è l’uso di questi avverbi a essere sbagliato, è il loro abuso a esserlo. Tra l’altro, nella maggior parte dei casi possono essere sostituiti con un’espressione di pari significato, ad esempio al posto di “velocemente” potreste usare “in fretta”, mentre al posto di “onestamente” potreste scrivere “in tutta sincerità”.

    Confesso che questo è l’errore che commetto più spesso, in particolare sono solita usare espressioni come “chiaramente”, “indubbiamente”, “ovviamente”… A questo proposito, voglio condividere con voi una cosa molto interessante che mi ha detto il professore che mi ha seguito nella stesura della tesi all’università: l’utilizzo di questi avverbi, la cui funzione dovrebbe essere quella di enfatizzare la correttezza, la validità, di un’affermazione, in realtà è indice di insicurezza.

    Prima di allora non ci avevo mai fatto caso, ma in effetti credo sia proprio così. Invece di dire, ad esempio, “Questo significa indubbiamente che ha ragione”, basterebbe dire “Questo significa che ha ragione”: un’espressione più incisiva, con meno fronzoli, ma dal significato identico.

    La cosa curiosa è che anche Stephen King nella sua autobiografia “On writing” afferma:

    Con gli avverbi, l’autore rivela che teme di non esprimersi chiaramente, di non comunicare in modo adeguato concetti o immagini”.

    • l’uso dell’apostrofo al posto dell’accento

    Questo è un errore molto diffuso e che nel 99% dei casi viene fatto per pigrizia. Ad esempio è molto facile trovare, soprattutto all’inizio di una frase “E’” – maiuscolo, scritto con l’apostrofo – al posto di “È”, con l’accento.

    Ora, io lo so che non esiste un unico tasto per scrivere la “e” maiuscola accentata, ma cedere all’alternativa significa fare un errore grammaticale.

    L’italiano è infatti una lingua molto ricca, in cui l’apostrofo ha una funzione mentre l’accento ne ha un’altra, e quella “e” con l’apostrofo indica appunto pigrizia. E in un certo senso anche incuria. E sono certa che non volete che i vostri clienti – o potenziali tali – pensino di voi che siete dei professionisti pigri.

    Inoltre, esistono delle combinazioni di tasti che permettono l’inserimento rapido di questi caratteri speciali.

    Queste combinazioni sono diverse a seconda del fatto che si usi Windows o Mac, ma supponiamo che voi stiate lavorando in ambiente Windows e che vogliate scrivere la E accentata di cui abbiamo parlato finora:

    se sul vostro documento di testo tenete premuto il tasto Alt e, contemporaneamente, sul tastierino numerico digitate le cifre 212, ecco che vedrete magicamente comparire la E maiuscola con accento grave.

    Esiste una combinazione di tasti per ogni carattere speciale, e potete scaricare un elenco completo facendo una semplice ricerca su Google.

    Ma ora andiamo avanti con il quarto consiglio:

    4) Usate lo strumento di controllo ortografico

    Usate lo strumento messo a disposizione dal vostro programma di scrittura ed effettuate un controllo ortografico del testo. In questo modo svolgerete una revisione finale che vi permetterà di individuare quegli errori che avete già cercato ma che potrebbero esservi sfuggiti. Ad esempio, se vi è scappato un doppio spazio, Word ve lo segnalerà, così come vi segnalerà gli eventuali spazi prima delle virgole, oppure l’assenza di uno spazio dopo un punto.

    Anche Word (o chi per lui) non è infallibile e ogni tanto vi indicherà come errore delle espressioni che in realtà sono giuste, quindi valutate con cura ogni singola segnalazione, ma – credetemi – Word sbaglia moooooolto meno di Google Documents.

    Infine, passiamo al quinto consiglio:

    5) Lasciate decantare il testo, poi rileggetelo a voce alta

    Scrivete il vostro testo, leggetelo, rileggetelo, correggetelo e poi dimenticatevene per almeno uno o due giorni. Fate altro.

    È importantissimo farlo proprio perché, per il fatto che avrete lavorato a lungo sul vostro testo, arriverete al punto di conoscerlo quasi a memoria, e se anche ci fosse un termine sbagliato… ai vostri occhi apparirà scritto in maniera corretta. Come nel caso di “Figa da New York”, l’errore che abbiamo visto prima: non si trattava di un errore grammaticale o ortografico, il termine era scritto in italiano corretto, ma era usato nel contesto sbagliato.

    Rileggendo a voce alta il vostro testo dopo averlo lasciato decantare, invece, un errore del genere vi salterà all’occhio. Anzi, all’orecchio. E oltre a queste sviste potrete notare anche altri tipi di errori, come frasi troppo lunghe, virgole mancanti, eccetera.

    Un consiglio extra

    Questi sono i miei consigli principali, ma vorrei concludere con un “bonus”, un consiglio che è una vera garanzia di successo, ovvero:

    cercate uno sguardo esterno

    In altre parole, se ne avete la possibilità, fate rileggere il vostro testo a qualcun altro. Potrebbe trattarsi di un amico, un collega, un congiunto o di una persona che fa questo per lavoro, ma una rilettura esterna, fatta da un occhio fresco e allo stesso tempo allenato, sarà la vera prova del nove.

    A questo proposito, se volete accogliere questo mio ultimo consiglio o se non avete il tempo da dedicare a una rilettura accurata dei vostri testi, vi segnalo il mio servizio di editing professionale: voi mi affiderete i vostri testi e io li rileggerò per accertarmi che non ci siano errori e che il contenuto sia chiaro, ma la mia presenza sarà discreta e il vostro “tono di voce” non sarà modificato.

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