Una mattina della scorsa estate, durante una trasferta al mare con la famiglia mi sono concessa un momento di vero “lusso”: una colazione al bar da sola!
Ho quindi ordinato una brioche, un cappuccino, l’acqua, mi sono seduta a un tavolino e mi sono accaparrata una delle riviste messe a disposizione dal locale.
Aaaah, che goduria!
Sono bastati 10 minuti per rigenerarmi e per mettere in moto le mie cellule cerebrali. La lettura e il relax, infatti, mi hanno fatto venire in mente un’idea per il blog, e volevo annotarmi qualche appunto prima che l’idea si dissolvesse nel vento, travolta dalla routine famigliare.
Ovviamente non avevo il pc con me, ma non avevo neanche voglia di mettermi a digitare freneticamente sul cellulare, rovinando quel momento di digital detox. Ho quindi estratto dallo zaino il mio fedele quaderno, una penna e mi sono messa a scrivere.
Che immagine romantica!
Sì, romanticissima, ma a dire il vero quella situazione ha iniziato a causarmi anche un certo stress: i miei pensieri correvano più veloci della mia mano, e continuavo a ripetermi che in quel momento avrei davvero avuto bisogno del pc. Com’era lenta la mia scrittura rispetto ai miei pensieri… eppure io desideravo che nulla andasse perso!
Poi, però, ho riacquistato lucidità e ho riflettuto su quanto fossi diventata dipendente dalla velocità, su quanto non fossi disposta a concedere a ogni azione il tempo necessario per effettuarla al meglio. Da lì, ho iniziato a pensare a quanto invece sia importante non avere fretta con l’uso delle parole e con la composizione dei testi scritti.
Ogni termine, ogni frase, devono essere valutati, assaporati e, se possibile, lasciati decantare.
Spesso, invece, facciamo un uso spregiudicato delle parole e, guidati dalla fretta, non soppesiamo né il loro vero significato né la reazione e le emozioni che possono suscitare negli altri. Penso ad esempio ai commenti sui social, scritti in modo sbrigativo e senza riflettere sulle loro conseguenze.
Le parole non devono essere “vomitate” ma, al contrario, meditate e scelte con cura. È in effetti in questo che consiste l’essenza del mio lavoro, ed è per questo che mi considero una “artigiana delle parole”.
Quando, ad esempio, affronto un incarico di copywriting, cerco sempre di scegliere le parole non solo in base all’effettivo vantaggio che dovranno portare al cliente (ovvero un numero maggiore di visitatori target) ma anche in base all’idea, al messaggio e alle emozioni che il testo deve suscitare.
Quando invece mi occupo di traduzione e devo cercare la parola più adatta per comunicare in italiano un concetto straniero, effettuo delle ricerche approfondite non solo per accertarmi di non trascurare nessun dettaglio tecnico, ma anche per cercare la sfumatura più adatta.
Le parole sono importanti, le parole sono preziose. E, soprattutto quando si tratta di testi di tipo professionale, vanno trattate con competenza.
Saper trattare le parole, infatti, è un mestiere che implica studi specifici, aggiornamenti costanti, un buon livello di esperienza e, non da ultimo, una certa sensibilità.
Quando scrivete i testi del vostro sito, pensate al vostro obiettivo e – se necessario – affidatevi a un copywriter esperto: solo in questo modo potrete essere sicuri di comunicare ciò che volete.
Quando invece dovete tradurre i vostri testi, non cercate delle scorciatoie: Google Translate non è la soluzione.