L’autunno è ormai alle porte, e con il suo arrivo non si può fare a meno di tirare le somme domandandosi come sia andata l’estate 2020 per il turismo italiano.
Male! – verrebbe da rispondere di getto.
Meglio di quel che si temeva… – potrebbe invece dire chi è abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno.
Al di là delle valutazioni personali, però, un dato è certo: quest’estate i turisti stranieri sono stati praticamente assenti.
La stragrande maggioranza delle persone ha infatti deciso di dedicarsi alla (ri)scoperta della propria nazione, e ciò è avvenuto per una questione di sano patriottismo, di praticità, ma anche e soprattutto di cautela.
La quasi totale assenza di turisti stranieri (che, vale la pena sottolinearlo, è iniziata nel mese di marzo) ha influito non poco sulle perdite del settore, e a subire i danni maggiori sono state le città d’arte – mete privilegiate dai viaggiatori esteri.
Ciò ha ovviamente portato a un calo delle presenze nelle strutture ricettive, ma anche a una riduzione dei consumi nella ristorazione e degli acquisti di prodotti Made in Italy.
Ok, il bilancio complessivo è negativo, ma questa situazione durerà per sempre?
Penso di potermi sbilanciare nel dire che no, non sarà così.
Sebbene io non sia abituata a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, la mia razionalità mi suggerisce infatti che la fine della pandemia non rappresenti un sogno irrealizzabile, e che la sua conclusione sarà accompagnata dall’esplosione del desiderio di ricominciare a viaggiare, di scoprire e riscoprire il mondo. Per noi come per gli altri.
In altre parole, i turisti stranieri torneranno a riversarsi in Italia.
Cosa possiamo quindi fare nel frattempo?
Possiamo rimboccarci le maniche, e investire il nostro tempo e le nostre energie per intercettare questi turisti e far sì che inizino a innamorarsi dei nostri prodotti e servizi, ovviamente con l’obiettivo finale di farli diventare nostri clienti.
A tutti quegli operatori del settore turistico che avranno la tenacia – o la possibilità – di resistere, vorrei quindi offrire una bussola per orientarsi tra le varie strade percorribili, e per farlo ho coinvolto delle ottime professioniste che ci porteranno il loro contributo sotto forma di guest post.
Ma entriamo un po’ più nel dettaglio.
Innanzitutto, dando per scontato la qualità della vostra offerta, una buona vendita passa sempre attraverso una buona comunicazione, e una buona comunicazione passa attraverso una buona pianificazione.
Ma cosa s’intende per “buona comunicazione”?
Mi riferisco a un tipo di comunicazione non stereotipato, sia nella forma che nei contenuti; una comunicazione professionale ma sincera, che non scade nell’utilizzo di espressioni trite e ritrite.
Il potere delle parole è immenso, e trascurarlo significa lasciarsi sfuggire un’occasione preziosa.
Di tutto questo ci parlerà la copy e UX writer Sarah Saccullo, che lunedì 21 settembre ospiterò qui nel mio blog con un post dal titolo “Come fare una buona comunicazione turistica”.
Un altro aspetto fondamentale, come dicevo, è poi quello della pianificazione, rappresentato in primo luogo dall’analisi SEO e dalla creazione di un calendario editoriale.
È vero che la SEO è morta? E perché dedicare del tempo a un piano editoriale?
Di questi argomenti ci parlerà la stratega digitale Marianna Brogi, il cui guest post “Un piano editoriale per i blog del settore turistico” sarà disponibile a partire da lunedì 28 settembre.
Fatevi quindi conoscere: raccontate la vostra struttura, la zona in cui vi trovate, le bellezze del territorio e anche come avete affrontato la pandemia. Fatelo in modo ragionato e lungimirante.
Infine, poiché il vostro obiettivo è attrarre anche i turisti stranieri, iniziate sin da subito a coccolarli offrendogli i vostri contenuti nella loro lingua, senza errori né imperfezioni. Non siate approssimativi e fategli assaporare la vostra professionalità.
Avete infatti tutto il tempo per effettuare una traduzione professionale del vostro sito, o addirittura per avviare un blog ottimizzato in inglese!
Se invece volete occuparvi personalmente della creazione dei vostri contenuti in inglese, non dimenticate di far svolgere una loro revisione.
E se volete ricevere uno sconto del 10% su uno di questi servizi, iscrivetevi alla mia newsletter.
Se però non avete le idee chiare e desiderate approfondire ulteriormente questi argomenti, contattatemi! Sarò più che felice di dimostrarvi come investire in un servizio linguistico professionale non rappresenti semplicemente una spesa ma soprattutto una fonte di guadagno.