Nella vita privata, ma a maggior ragione se si gestisce un’attività, bisogna avere chiara la differenza tra “spendere” e “investire”. Questi concetti, infatti, sono diametralmente opposti. Concentriamoci per il momento sulla loro applicazione alla vita lavorativa.
Quando tu spendi dei soldi, sostieni un costo che non è necessariamente finalizzato a portarti un guadagno.
Facciamo un esempio: ti occupi della gestione di un piccolo albergo in Romagna e decidi di acquistare dei nuovi tavolini per il suo giardino.
Questa spesa potrebbe essere davvero necessaria, ad esempio nel caso in cui gli attuali tavolini siano molti vecchi e conferiscano un’aria di trascuratezza alla struttura, oppure nel caso siano talmente rovinati da risultare inutilizzabili, privando così i tuoi clienti di un comfort che danno per scontato.
Nonostante l’importanza di questa spesa, però, il suo fine, la sua motivazione principale, non è la produzione di reddito.
In altre parole, i tavolini nuovi non porteranno a un aumento delle prenotazioni.
È vero che questo mancato acquisto potrebbe farti perdere dei clienti (ad esempio, nel caso in cui i tuoi ospiti rimangano talmente colpiti dalla trascuratezza degli arredi da decidere di non prenotare l’anno successivo o da farti una pubblicità negativa), ma dubito che i tuoi nuovi tavolini siano talmente spettacolari da farti assistere a un’impennata nelle prenotazioni.
Ora che dovrebbe esserti chiaro cosa s’intende con “spesa”, parliamo invece del concetto di “investimento”.
Al contrario di ciò che avviene quando spendi, quando investi dei soldi sostieni un costo al fine di ottenere un guadagno.
Supponiamo sempre che tu gestisca un albergo in Romagna e che questo albergo abbia un sito Internet vecchio e obsoleto: un sito poco funzionale, dall’estetica sgradevole, con informazioni non aggiornate e ignorato da Google. In poche parole, un sito che allontana i potenziali clienti, anziché farli avvicinare.
Ebbene, facendoti fare un nuovo sito Internet da un team specializzato, effettuerai un esborso di denaro che darà visibilità – in maniera professionale e puntuale – alla tua struttura, contribuendo così all’acquisizione di nuovi clienti.
Bene, dopo aver chiarito questi due concetti, vediamo come possono essere applicati al campo dei servizi linguistici.
Immaginiamo sempre che tu gestisca un albergo e – sull’onda dell’esempio precedente – che tu abbia investito dei soldi in un nuovo sito Internet. Questo sito prevede anche la versione in inglese, perché sei consapevole di quanto la tua zona attragga i turisti stranieri, e il tuo obiettivo è acquisire anche questo tipo di clientela.
Hai quindi fatto tradurre il sito a tuo nipote (tuo cugino era impegnato)… è tanto bravo, ha sempre avuto 8 in inglese, hai risparmiato un sacco di soldi e sei contento al pensiero di avergli fatto guadagnare qualcosa.
Lasciatelo dire, la tua scelta non è stata affatto saggia.
Infatti, la traduzione di tuo nipote (il quale si è sicuramente impegnato al massimo, non lo metto in dubbio!), non può essere neanche lontanamente equiparata a quella di un professionista madrelingua e specializzato, che svolge questa attività da anni e che ogni anno si dedica all’aggiornamento professionale. Tanto per capirci, la versione in inglese del tuo sito apparirà maccheronica, fornirà informazioni poco chiare e contribuirà a dare alla tua struttura un’aria di scarsa professionalità.
In poche parole, è probabile che i clienti stranieri decidano di tenersi alla larga dal tuo albergo.
Riprendendo quindi i due concetti esposti all’inizio, secondo te – affidando la traduzione a tuo nipote – hai speso o hai investito dei soldi?
Te lo dico io: hai buttato via dei soldi.