Dopo tanti anni di attività, ancora ci rimango male quando scopro che qualcuno ignora in cosa consista il mio mestiere. Eppure non è così scontato saperlo, anzi!
Quando però mi fanno capire che il mio lavoro possa essere svolto da chiunque… beh, in quel caso un po’ mi arrabbio. Con questo post cercherò quindi di rispondere alla domanda “Cosa fa un traduttore?” e di fare un po’ di chiarezza su questo mestiere tanto particolare quanto fondamentale per la comunicazione mondiale.
Traduttore o interprete?
Innanzitutto bisogna fare una doverosa distinzione: i traduttori lavorano solo sui testi scritti, mentre dei discorsi orali (ad esempio in occasione di conferenze o fiere) se ne occupano gli interpreti. Un traduttore può essere anche interprete, ma non è obbligatorio. Io, ad esempio, non mi occupo di interpretariato.
I traduttori, quindi, prendono un testo scritto in una lingua straniera e lo riscrivono nella propria lingua madre.
Come lavora un traduttore?
Ci tengo a sottolinearlo: a parte alcune rare eccezioni, si traduce solo verso la propria lingua madre.
Questo significa che, anche se io conosco bene l’inglese, non potrei tradurre – come invece spesso mi viene chiesto – dall’italiano all’inglese, ma solo dall’inglese all’italiano. Perché?
Beh, innanzitutto è molto difficile che una persona abbia la piena padronanza di una lingua straniera (soprattutto se non vive nel paese in cui quella lingua viene parlata): oltre a conoscere le regole grammaticali, infatti, bisogna essere in grado di rendere ogni minima sfumatura linguistica e culturale in una lingua che comunque non ti appartiene appieno.
Ti faccio un esempio:
Una mia bravissima collega inglese residente in Inghilterra, dotata di un’ottima conoscenza dell’italiano e avida lettrice, una volta ha tradotto dall’inglese all’italiano un documento marketing – caratterizzato da uno stile colloquiale e fresco – inserendo la frase:
“E tu, a che ora ti corichi?”
Ora, io trovo che il verbo “coricarsi” sia splendido ma, nonostante abbia un significato chiaro che si presta alla vita di tutti i giorni, la triste realtà è che nessuno lo utilizza. Può capitare di trovarlo all’interno di un libro ma, anche in quel caso, difficilmente sarà usato in un discorso diretto.
La scelta della mia collega, quindi, sebbene in teoria ineccepibile, si è rivelata inadatta a un testo marketing e, per di più, denota una scarsa conoscenza “pratica” dell’italiano.
È quindi chiaro come lavora un traduttore e hai capito cosa intendo quando dico che bisogna tradurre solo verso la propria lingua madre?
(Sì, lo so e lo ripeto, esistono delle eccezioni e anch’io ho dei colleghi che vivono in Italia da decenni e che ho l’impressione conoscano l’italiano molto meglio di me, ma in generale è sempre meglio rivolgersi a traduttori madrelingua.)
Chi può fare il traduttore?
“Ah, chiarissimo! Mio cugino è italiano e ha vissuto un anno a Londra: posso far tradurre a lui questi testi scritti in inglese?”
Mmmh… sinceramente la mia risposta è “ni”.
Tuo cugino è un traduttore professionista? Anch’io so scrivere in italiano e uso i social network, ma questo ti basterebbe ad affidarmi la comunicazione social della tua azienda?
Ogni mestiere prevede una formazione specifica, competenze peculiari e strumenti di riferimento.
E poi, di cosa parlano i tuoi testi? Lo sai che ogni traduttore professionista possiede un settore di specializzazione?
Io, ad esempio, non potrei mai occuparmi di un testo tecnico che parla… chessò… di edilizia! Ho infatti una conoscenza troppo vaga di termini settoriali ma fondamentali come “campata” e “massetto”.
(Lo vedo che anche tu stai strabuzzando gli occhi…)
Al contrario, sono specializzata in marketing e turismo (oltre che in editoria per bambini e ragazzi) e questo non solo significa che mi sono formata su questi argomenti, ma anche che ogni anno investo parte del mio tempo e del mio budget nell’aggiornamento professionale.
Quindi, riassumendo, cosa diamine fa un traduttore?
Il traduttore è un professionista che riscrive nella propria lingua i testi redatti in una lingua straniera e appartenenti al suo campo di specializzazione.
Quello del traduttore è un mestiere. Un mestiere complesso che non può essere improvvisato, se non con un una discreta dose di incoscienza.
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